Vorrei potervi dire che Petrarca era di origini padovane, ma purtroppo non è così. Posso però dirvi che abbandonò felicemente la sua Toscana così mainstream per trasferirsi nella più esotica Padova e non solo lo fece più di una volta, ma decise di morire e di essere seppellito proprio qui. Questa è una bella tacca sul curriculum di Padova. Petrarca visse per un periodo dietro al duomo, ma quando le sue condizioni di salute tentennarono l'amico Francesco. da Carrara gli donò un terrèno nel paese di Arquà, sui Colli Euganei. "Questi sì che sono colli, mica come quelli toscani!", pensò sicuramente il poeta. Così, fra una gallina padovana, un giro alle terme, uno spritz e qualche spuncèto, trascorse l'ultimo felice periodo della sua esistenza. In quanto poeta, Petrarca non poteva che avere un animo sensibile e infatti ·già quattro anni prima di passare a miglior vita lasciò disposizioni precise riguardo al luogo della sua sepoltura, che doveva essere ad Arquà. pertanto le spoglie del poeta vennero sepolte prima nella chiesa parrocchiale del paese, per poi essere spostate nell'arca che ancora oggi sorge nella piazza antistante. A ripensarci oggi però, forse Petrarca avrebbe fatto meglio a tornare sui suoi di colli a villeggiare durante il riposo eterno, visto che non si trattò di un riposo pacifico. Tanto per cominciare, la sera del 27 maggio 1630 il frate Tornrnaso Martinelli di Portogruaro non resistette alla tentazione e rubò il braccio del poeta. Come biasimarlo. La Serenissima però, che a quel tempo ancora dominava la città, non fu molto contenta quando scoprì cos'era successo: il frate venne trovato e bandito, ma il preziosissimo braccio non fu mai rinvenuto. Successe poi che il professore di anatomia Giovanni Canestrini, mentre cercava di compiere la rico
gnizio,ne delle spoglie del Petrarca, riuscì a frantumarne il cranio. Un'impresa non da tutti, a cui rimediò assicurando che il danno sarebbe stato subito riparato. La colla vinilica, si sa, fa miracoli. Quando poi il poeta credette di averne viste di tutti i colori, scoppiò la seconda guerra mondiale e le sue spoglie vennero trasportate di soppiatto a Venezia per essere nascoste nei sotterranei di Palazzo Ducale, tentando di ripararle dai bombardamenti. E arriviamo così all'ultima tappa significativa di questa via crucis di sfortune: nel 2004 un'altra ricognizione scientifica rivelò che il cranio che sarebbe dovuto essere del poeta apparteneva in realtà a una donna. Chi ha trafugato la testa di Petrarca? Ma soprattutto, perché? O forse Petrarca si è dimenticato di dirci qualcosa?
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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori |